Negli ultimi giorni grande clamore mediatico per ciò che accade presso l’Istituto Penale Minorile di Milano, con l’arresto di 13 appartenenti alla Polizia penitenziaria ed altre 8 unità sospese dal servizio, per gravi accuse che ha illustrato il Procuratore Capo di Milano e che – se confermate dalle indagini e dalla Magistratura – evidenziano una situazione che ci lascia esterrefatti.
Purtroppo si tratta di situazioni, di fatti, che ultimamente emergono con indagini che riguardano il sistema penitenziario, un sistema in grande difficoltà con un sovraffollamento detenuti ( oltre 61.000 presenti ) nuovamente emerso a fronte di un livello di Strutture penitenziarie ancora sottodimensionato ed inadeguato, un organico di Personale gravemente carente e che deve assicurare non solo il funzionamento dei Reparti detentivi nei carceri ma anche una moltitudine di compiti istituzionali che la legge ha assegnati nel tempo al Corpo di Polizia penitenziaria.
I primi ad essere esterrefatti però dalle notizie che emergono sulle cronache giornalistiche – ultimo caso questo appunto di Milano – sono gli uomini e le donne della Polizia penitenziaria, che svolgono il loro lavoro con impegno, lealtà e giustizia ogni giorno, 24 ore su 24, venendo poi trascinati nello sdegno popolare che si attiva quando per giorni le televisioni ed i giornali riportano quei fatti di cronaca ed anzi – talvolta – vengono “conditi” di facili pareri e valutazioni colpevoliste generalizzate verso una categoria.
Non vogliamo giustificare nessun eventuale abuso ed anzi auspichiamo che la Magistratura sia veloce negli accertamenti delle eventuali effettive responsabilità individuali, ma vorremmo che fossero descritte le situazioni che quel Personale vive quotidianamente, perché nelle carceri italiane, per adulti o per minorenni, finiscono la totalità di quegli arresti che tanto invocano tutti per ciò che accade nella Società, nelle Città, per arginare la criminalità organizzata e non organizzata, per quei fatti di sangue che spesso inorridiscono l’opinione pubblica. Istituti penitenziari dove nell’ultimo anno sono state circa 1800 le aggressioni ad uomini e donne della Polizia penitenziaria, con lesioni e traumi che condizionano la vita di questo Personale per mesi, per anni, un clima estremo di cui nessuno sembra volersi occupare.
Chiediamo, come facciamo ogni giorno, che la politica e le Istituzioni ascoltino le richieste che avanziamo sindacalmente, perché serve un piano straordinario d’intervento per il sistema penitenziario e questo nell’interesse di ciò che lo Stato deve assicurare per tutti.
Il Segretario Generale
Massimo VESPIA