Quanto accaduto stamattina nel carcere romano di Regina Coeli è solo l’ennesimo grave episodio di violenza che ormai è la quotidianità nei penitenziari italiani.

Ieri era stata svolta una perquisizione di quel Reparto ed erano stati rinvenuti oggetti vietati, con armi rudimentali costruite dai detenuti con oggetti di fortuna. La risposta è stata la rivolta di stamani dove circa 80 detenuti hanno scatenato la protesta incendiando varie celle detentive e danneggiando arredi e strutture interne.

La protesta sta rientrando grazie al deciso intervento della Polizia penitenziaria e non risulta che dai disordini siano scaturiti feriti, né tra i detenuti che tra i poliziotti.

Quella che si prospetta è una stagione estiva pesantissima, perché il sovraffollamento detenuti aumenta giorno per giorno e le carenze nelle dotazioni di Personale di Polizia penitenziaria stanno toccando livelli difficilmente registrati. Ed è proprio nella regione Lazio, dove sono avvenuti i disordini stamattina, che registriamo una situazione estrema con il carcere di Regina Coeli che conta oltre 180 unità in meno di quelle previste dal Ministero, carenze che concorrono alle 930 mancanti nei penitenziari della regione stessa, cioè quasi il 20% del dato nazionale.

Servono ulteriori interventi da parte del Governo, perché quelli già messi in campo dallo scorso anno con punte di nuove assunzioni – finalmente – mai viste prima in questi numeri, sono insufficienti a gestire quella che ormai è una grave emergenza.

Il Segretario Generale
Massimo VESPIA