Da tempo abbiamo lanciato allarmi, abbiamo chiesto a  Politica, Istituzioni, Amministrazione della Giustizia di non attardarsi più su ipotesi  e programmi.  
Ogni giorno è ormai un “bollettino di emergenza” con Rivolte che mettono in atto i detenuti e che la Polizia penitenziaria contiene con gravissima difficoltà e pagando un prezzo, tra Colleghe e Colleghi feriti durante i disordini, ormai intollerabile.
Circa 190 Carceri per 51.234  posti di capienza regolamentare prevista che risulta essere un dato non corretto perché di Sezioni detentive in ristrutturazione da tempo, in costruzione, oppure rese inagibili giorno dopo giorno dalle rivolte dei detenuti se ne contano ormai a decine.
A fronte di questo sono reclusi nei carceri circa 62.000 detenuti e di questi 2680 sono donne, 19.213 sono stranieri  ( provenienti da 170 Paesi d’origine diversi del mondo ).
Circa 9.500 sono in attesa del 1° giudizio perché la magistratura non riesce a celebrare i processi e sono 45.700 i detenuti condannati definitivamente.
Tra tutta la popolazione detenuta nei carceri oltre 5000 hanno un’età tra i 60 ed i 69 anni  mentre circa 1300 hanno superato la soglia dei 70 anni.
Serve però essere chiari…. Questi dati possono già far comprendere la gravità della situazione ma serve che i Cittadini sappiano che ulteriori 150.000 persone sono condannate ed a queste vengono applicate pene alternative al carcere – anche perché lo Stato non saprebbe dove rinchiuderli.
Tutti invocano più sicurezza per le strade, verso criminalità organizzata, verso la microcriminalità che risulta essere quella spesso più causa del senso d’insicurezza collettiva che dichiarano i Cittadini ogni volta che qualcuno li fa parlare.
Ma il sistema penitenziario è al collasso, non può più gestire da solo tutto questo e Tutti, dalla politica, alle istituzioni, dalla magistratura e tutti coloro che si occupano di questo problema, devono fare qualcosa.
Rivolte nei carceri da Nord a Sud – Isole comprese – con poco più di 35000 appartenenti alla Polizia penitenziaria stremati, offesi, aggrediti… e non solo nelle rivolte ma anche da certe parti della Società che nelle loro  battaglie politiche e/o giornalistiche parlano  solo di come soffrono i detenuti, ed ignorando che in quelle carceri così vetuste ed inadeguate, in questa torrida estate ci sono donne ed uomini di divisa che fanno il possibile per essere un baluardo di certezza per lo Stato e per i Cittadini.
Ed infine arriva una convocazione che sa di sberleffo….  Dopo mesi di allarmi il Capo del DAP convoca i sindacati il 31 luglio alle ore 12,30 per parlare genericamente di sistema penitenziario.
Rivolgiamo il nostro appello di forza e coraggio alle donne ed uomini dei baschi azzurri, perché noi insieme a loro non ci arrenderemo ad un disastro ancor peggiore di quello che vivono.   

                                                                       Il  Segretario Generale
                                                                          Massimo   VESPIA