Al Ministro dell’Interno - R O M A
Al Ministro della Giustizia - R O M A
Preg.mi Ministri,
nei giorni scorsi, durante l’incontro tra Governo e Regioni, si è dibattuto a lungo circa la rimodulazione del piano vaccinale in relazione ai ritardi accumulati delle case farmaceutiche nella distribuzione delle dosi ed è emerso l'indirizzo di consentire, per il personale scolastico e universitario, forze armate e di polizia, vigili del fuoco, penitenziari, luoghi di comunità e altri servizi essenziali, di utilizzare il vaccino AstraZeneca, la cui somministrazione sembra essere rivolta principalmente ai “soggetti sani” di età compresa tra i 18 e 55 anni.
A fronte delle diffuse e talvolta contrastanti informazioni, che circolano attraverso i media e sui diversi social relativamente alla minore copertura vaccinale di AstraZeneca rispetto ai più efficaci vaccini Pfizer e Moderna, molti delle Lavoratrici e Lavoratori che noi rappresentiamo si interrogano sui vantaggi di aderire a questa opportunità.
Infatti, dalle notizie raccolte sembrerebbe che la decisione di inserire il personale dei servizi essenziali nelle priorità della campagna vaccinale nazionale utilizzando il vaccino AstraZeneca sia stata assunta dalla Politica senza alcun coinvolgimento né del Comitato Tecnico Scientifico né delle Parti Sociali.
Considerato che fino ad oggi in questa pandemia i nostri colleghi hanno sempre assicurato il massimo impegno, senza risparmiarsi e con un pesante riscontro di vite umane, risultano pertanto comprensibili gli interrogativi che lo stesso personale si pone, anche di fronte alla mancanza di informazioni certe e sufficienti per spiegare efficacemente perché sia opportuno utilizzare il vaccino AstraZeneca piuttosto che nessun vaccino.
Notoriamente quindi, verrà somministrato il vaccino prodotto da “AstraZeneca” che, almeno per quanto è dato sapere su indicazioni dell’AIFA, ha importanti limiti di somministrazione e risulta consigliata a persone con età compresa nella fascia 18 – 55 anni e non somministrabile a soggetti affetti da diabete di qualsiasi tipo, ad obesi nelle forme più gravi, a pazienti cardiopatici ed a coloro che sono affetti da patologie oncologiche ed ematologiche.
Da tale scenario si evince come le decisioni che le colleghe ed i colleghi - del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e del Corpo di Polizia Penitenziaria - dovrebbero assumere, non sono accompagnate, pur nell’urgenza dettata dalla pandemia, dalla diffusione di informazioni scientifiche verificate che consentano alle persone di operare scelte consapevoli circa l'opportunità di aderire o meno alla campagna vaccinale.
Tali limitazioni determineranno l’esclusione da questa fase della campagna vaccinale di molti dipendenti del CNVVF e della Polizia Penitenziaria, con una chiara conseguenza che, pur se esposti ad elevati rischi di contagio ( la specificità delle attività operative prestate, nonché soggetti più fragili di altri per effetto di immunodeficienze o età anagrafica ) rimarranno privi di vaccinazione ancora a lungo e paradossalmente sovraesposti al rischio.
In aggiunta, va ricordato che, poiché trattasi a tutti gli effetti di una scelta individuale non obbligatoria e che – presumibilmente - una parte del personale non aderirà alla vaccinazione, la contemporanea presenza in servizio di operatori vaccinati e non vaccinati comporterà la necessità di una revisione dei protocolli per la sicurezza nelle sedi di servizio.
Non sfuggirà come il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali sia fondamentale per la tutela del personale, in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Interessare il Sindacato in questi importanti aspetti è strategico affinché siano diffuse informazioni solide e verificate, contrastando ogni tentativo di falsificazione o strumentalizzazione a danno dei lavoratori e della loro salute.
Premesso quanto sopra ci rivolgiamo alle SS.LL. per chiedere di voler valutare la possibilità che gli appartenenti alla categorie di lavoratori ricompresi nella fase vaccinale in procinto di essere avviata possano essere tutti sottoposti a vaccinazione, prevedendo la somministrazione anche di vaccino prodotto da altra casa farmaceutica a coloro che, per limitazioni previste dall’AIFA, non potranno essere vaccinati con vaccino AstraZeneca.
Per tali motivi si richiede un incontro urgente cosicché, in piena sinergia tra Amministrazione e OO.SS., si possa prevedere una corretta informazione sulla campagna vaccinale che consenta di chiarire ogni zona d’ombra rispetto alla fattiva partecipazione del più alto numero di Lavoratrici e Lavoratori al piano che verrà elaborato.
Cordiali saluti.
Il Segretario Generale
(Massimo VESPIA)