Oggetto: Vertenza FNS-CISL su eventuale presenza PFAS su indumenti e materiali in dotazione ai VVF- Appunto della D.C.R.L.S.-VVF del 14.6.2021. Egregi, con una nostra nota del 7 giugno u.s., avevamo sollevato il problema della probabile presenza delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei tessuti impiegati per il confezionamento degli indumenti (DPI) in dotazione al personale operativo e nelle schiume antincendio utilizzate dal Corpo. L’iniziativa intendeva sollecitare l’Amministrazione nel recuperare e fornirci precise informazioni per confermare, o meno, la presenza delle sostanze PFAS nei materiali richiamati, nella piena convinzione che sia la principale “mission” di ogni Sindacato difendere la salute dei lavoratori. In data 14 giugno 2021 la Scrivente ha ricevuto da parte dell’Ufficio Relazioni Sindacali un APPUNTO della Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali (non firmato e pertanto dobbiamo necessariamente attribuirlo al Capo del Corpo) con il quale vengono fornite a tutte le OO.SS. di categoria, alcune approssimative e talvolta contrastanti, valutazioni in merito alla questione in oggetto. Non può non risultare evidente la scarsa attenzione che l’Amministrazione ha posto alla questione. Riteniamo, infatti, che la possibile presenza di sostanze PFAS da noi denunciata negli indumenti e nei materiali in dotazione al Corpo avrebbe necessitato di accurati approfondimenti scientifici e non essere minimizzata con argomentazioni sommarie e sbrigative (testimoniate dalla stessa informalità dell’uso di un APPUNTO). Auspichiamo pertanto, che non sia intenzione dell’Amministrazione distogliere l’attenzione da un argomento di tale rilevanza per la salute del personale. Riscontriamo, infatti, una palese incongruenza nelle argomentazioni: se da un lato l’estensore dell’appunto della D.C.R.L.S. si pone costretto a confermare l’effettiva esistenza di un verificato dato di laboratorio (fornito dalla ditta produttrice) positivo alla presenza dei composti PFAS negli indumenti in dotazione, dall’altro, con un proprio e fortemente discutibile giudizio, la stessa Direzione Generale considera che “ Per quanto riportato, non vi è alcun elemento che giustifichi il dubbio circa la sicurezza dei DPI in uso ai Vigili del fuoco italiani, per quanto riguarda la presenza di PFAS.”. E inoltre, per giustificare un’eventuale esclusione di danno ai lavoratori derivante dalla confermata presenza di agenti tossici, la Direzione Centrale valuta che dovremmo affidarci al fatto che: “Agli elementi esposti va soggiunta la considerazione che il completo antifiamma non viene mai utilizzato a contatto con la pelle, ma sono interposti più indumenti di separazione, fra cui l’uniforme da intervento.”. La Scrivente, dopo una lettura attenta e un’accurata analisi delle argomentazioni contenute nell’APPUNTO in oggetto, ritiene utile ribadire come l’impegno alla tutela della salute dei lavoratori ricada anche in capo all’Amministrazione, così come previsto dal D.L. 81/2008, che richiama, chiaramente, quali siano le responsabilità e gli obblighi in capo datore di lavoro, imponendo a quest’ultimo di porre il lavoratore nelle imprescindibili condizioni di utilizzare indumenti, macchinari, utensili e strumentazioni esenti da alcun rischio per la salute e l’integrità fisica. Riteniamo, a questo punto, che sfugga all’Amministrazione e, in particolare, alla D.C.R.L.S., quanto sia copiosa la letteratura scientifica (che dovrà ricercare autonomamente) e come essa si sia ufficialmente espressa sulle ripercussioni delle sostanze FPAS sull’organismo umano e le conseguenze sulla salute per quanti siano stati esposti a contaminazioni. La stessa Agenzia dell’Unione Europea E.C.H.A. afferma: “… è emerso chiaramente che i composti perfluorurati come il PFOS e il PFOA sono estremamente persistenti nell’ambiente, e studi tossicologici hanno associato tali sostanze chimiche a seri effetti negativi per la salute umana.” . Pertanto, premesso quanto sopra, la Scrivente ritiene opportuno che l’Amministrazione prenda in seria considerazione la possibilità di procedere, anche con il supporto del Ministero della Salute, a pianificare un’indagine di biomonitoraggio nazionale per valutare, in un campione significativo di lavoratori del Corpo, l’eventuale presenza e relative concentrazioni di PFAS nel sangue. L’indagine risulterebbe utile a scongiurare che talune pesanti patologie, che talvolta colpiscono il personale operativo in servizio e in quiescenza, siano riconducibili a PFAS e, nel contempo, individuare soluzioni per il futuro, al fine di acquistare indumenti protettivi e materiali antincendio totalmente privi di sostanze chimiche di natura PFAS. In attesa di un cenno di riscontro si inviano Distinti Saluti.