On.le Stefania Ascari
Coordinatrice Commissione Parlamentare di
inchiesta del Senato sul fenomeno delle mafie
e sulle altre associazioni criminali - ROMA
Preg.ma On.le Ascari e Onorevoli Componenti della Commissione del Senato, riguardo alla gestione in ambito penitenziario dei detenuti soggetti ad art. 41 bis segnaliamo alla Vostra attenzione una fotografia della situazione di difficoltà gestionale che proviene dal Settore Specialistico che si occupa dell’operatività, della specificità trattata.
Ad oggi sono 754 le Persone Detenute sottoposte a questo particolare regime penitenziario, un numero che in relazione agli spazi a disposizione determina una condizione di sovraffollamento, tale da creare enormi difficoltà rispetto alla gestione dei circuiti penitenziari ordinari.
Si pensi ad esempio alla difficoltà dell’organizzare una semplice attività quale potrebbe sembrare quella dei gruppi di socialità, che normalmente vedono accedere massimo 4 persone in spazi dove comunque ci sono spazi – in termini di distanziamento tra singoli – da osservare e che per quanto detto non riusciamo sempre a garantire.
Le 754 persone detenute vengono gestite in 12 Strutture Penitenziarie ( Nuoro - Sassari – Terni – Roma Rebibbia – Spoleto – Viterbo – Parma – L’Aquila – Novara – Cuneo – Tolmezzo – Milano Opera ) ed il Gruppo Operativo Mobile, che ha l’onere di assicurare l’esclusiva attività, assolve ad ogni esigenza compresa quella della propria Struttura Operativa Nazionale, con n. 619 unità di Polizia Penitenziaria, un numero assolutamente insufficiente a far fronte a quanto realmente serve. E’ giusto segnalare che ben due Gruppi di Lavoro che il DAP ha incaricato negli anni di valutare le reali esigenza di Personale necessario avevano indicato in almeno 820 unità la dotazione necessaria quando le persone detenute da gestire erano 620, ed in occasione dell’ultima valutazione una previsione di circa 1000 unità in base alla crescita del numero di utenza sottoposta al regime speciale penitenziario.
Come Sindacato non entriamo nel merito se più opportuno intervenire sulle riforme in discussione, volte a dibattere sulla questione dell’Ergastolo Ostativo ed ai suoi effetti, piuttosto che mantenere l’applicazione dell’art. 4 bis che ha impedito la scarcerazione di personaggi di elevato spessore criminale, pur in presenza di età anagrafica avanzata e/o problemi di salute. Questo è un campo che riconosciamo proprio del Parlamento, del legislatore, motivo per il quale evitiamo di pronunciarci in questa Sede.
L’ultima questione che però Vi rappresentiamo, confidando in un sostegno anche di questa importante Commissione, è quella relativa al bisogno formativo del personale di Polizia Penitenziaria impiegato nella specializzazione del GOM, personale che ha visto riservato l’ultimo corso di aggiornamento nel 2011. Serve investire su queste donne e questi uomini affinché sia approfondita la conoscenza della cultura malavitosa, della cultura mafiosa, anche rispetto alle modalità comunicative dirette ed indirette che serve osservare e contrastare. Su questi aspetti il DAP ha avviato iniziative per specifici progetti formativi, con la collaborazione di esperti anche esterni alla stessa Amministrazione Penitenziaria, progetto che poi non è decollato.
Ma sulla formazione serve anche organizzarne di alto profilo per il personale della Dirigenza Penitenziaria che – di fatto – non ha mai ricevuto nessun coinvolgimento formativo specifico, nonostante operino anche in questo ruolo di responsabilità generale degli Istituti in una situazione di carente organico, tanto da costringere dirigenti penitenziari ad incarichi plurimi per più Istituti di pena contemporaneamente.
Con l’occasione vi ringraziamo ancora di questa opportunità e saremo sempre disponibili ad offrire il nostro contributo di conoscenza in certe tematiche così importanti e delicate per la sicurezza collettiva del nostro Paese.
Cordiali saluti.
Il Segretario Generale
Massimo VESPIA