CONTRATTO COMPARTO SICUREZZA E DIFESA
Sindacati e CoCeR, iniziato confronto in sede tecnica per adeguare retribuzioni e indennità,
ma soprattutto gli istituti normativi a tutela dei rischi professionali
Nel previsto incontro che si è tenuto nella mattinata odierna la delegazione della parte pubblica ha fornito una indicazione delle somme stanziate e degli aumenti medi per il personale di ciascuna delle amministrazioni del comparto Sicurezza e Difesa. La rappresentanza sindacale ha invero osservato che in assenza del dato disaggregato sulle singole poste disponibili non sarebbe stato possibile svolgere riflessioni finalizzate a ragionare della eventuale ripartizione sulle singole voci retributive, ed ha pertanto chiesto che in occasione del prossimo incontro siano preventivamente fornite le tabelle elaborate dai tecnici dei dicasteri di riferimento.
È comunque emerso con chiarezza che le risorse stanziate non consentano di poter immaginare che l’imprescindibile adeguamento del trattamento economico fondamentale possa essere accompagnato ad una altrettanto indifferibile revisione del complessivo impianto normativo che dovrebbe, in linea di principio, assicurare il riconoscimento della specificità al personale del Comparto Sicurezza e Difesa. Specificità che si traduce in maggiore operatività al servizio dei cittadini.
Un settore che, negli oltre dieci anni trascorsi dall’ultimo effettivo confronto negoziale che aveva portato alla definizione di un comunque perfettibile accordo sui fondamentali istituti accessori, registra non solo un notevole divario tra l’assetto normativo ordinamentale e le radicalmente mutate condizioni di lavoro del settore, ma pure un inaccettabile disallineamento con fondamentali istituti tra gli stessi addetti al Comparto e quelli di cui beneficiano i lavoratori di altri comparti del pubblico impiego. Una situazione che richiede, prima ancora dell’inserimento dei nuovi indispensabili istituti a tutela della genitorialità, della salute, di quella legale ed erariale, un intervento perequativo di tutti gli istituti che oggi, anche per la differente interpretazione che forniscono le Amministrazioni di appartenenza, trovano una diversa applicazione con gravi sperequazioni.
Parliamo insomma di indennità accessorie ingessate ai livelli fissati nel 2008, che non possono essere ritenute compatibili con gli accresciuti carichi di lavoro ed esposizione al rischio professionale incontrato dagli operatori nella quotidianità, anche per il sistematico ricorso allo straordinario, con il quale si cerca di tamponare l’emorragia degli organici imponendo carichi di lavoro usurante al personale, per giunta pagando l’ora di straordinario meno del lavoro ordinario accumulando ritardi di anni per la liquidazione delle somme dovute o, come nel caso del personale militare, negando totalmente il pagamento con norme che ancora prevedono la cancellazione del credito maturato per le ore effettuate.
La riflessione partecipata alla parte pubblica è stata corroborata anche dalla constatazione di una sostanziale assenza di fondamentali tutele, tra cui quelle sanitarie e legali, e del disconoscimento dei diritti di genitorialità che, diversamente dagli altri pubblici dipendenti, il personale del Comparto Sicurezza e Difesa si vede sistematicamente negare dalla rigidità interpretativa delle amministrazioni di riferimento. E tutto questo a tacere dello sconcertante ritardo nell’attuazione della previdenza complementare che in prospettiva produrrà irreparabili penalizzazioni nel trattamento pensionistico.
Uno sconfortante contesto che induce a ritenere prioritaria e pregiudiziale la discussione intorno alle questioni squisitamente normative, anche per poter incrementare la parte economica attraverso meccanismi di defiscalizzazione degli accessori, atteso che in assenza del raggiungimento dell’intesa sulle quali non vi sono margini per poter immaginare di sottoscrivere l’accordo sulla parte meramente retributiva.
In chiusura è stato ribadito che pur volendo arrivare il prima possibile ad una ipotesi di accordo, l’obiettivo primario che le OO.SS. e i CoCer perseguono è la tutela reale del personale rappresentato sottolineando come ciò può avvenire solo attraverso gli istituti normativi rivendicati. Ecco perché questo contratto deve essere considerato il contratto soprattutto normativo che deve chiudere al meglio la necessaria stagione dei diritti e delle tutele che le donne e gli uomini in uniforme attendono tra troppi anni.
La parte pubblica, nel sottolineare di aver preso atto di tutte le questioni rappresentate e della necessità di entrare nello specifico di ognuna, ha aggiornato la riunione a venerdì 30 p.v. che avverrà prima con le OO.SS. delle Forze di polizia civili, poi con i CoCer di quelle militari e a seguire con quelli delle Forze Armate.
Roma, 27 luglio 2021
SIULP – SAP – SIAP/USIP (Polizia di Stato)
SAPPE – UILPA PP – FNS CISL (Polizia Penitenziaria)
COCER CARABINIERI – COCER GUARDIA DI FINANZA –
COCER ESERCITO – COCER MARINA – COCER AERONAUTICA