Quanto accaduto nelle scorse ore nel carcere di Frosinone dove un detenuto sottoposto a regime di alta sicurezza ha impugnato una pistola e sparato contro altri detenuti rasenta l’assurdo.
Nonostante tutte le nostre preoccupazioni e nonostante che queste siano state portate all’attenzione di tutti i vertici sia del Ministero della Giustizia che del DAP ancora oggi registriamo questi gravissimi episodi di violenza che non solo mettono in dubbio, verso la collettività alimentando insicurezza, la capacità della Pol. Pen. di saper esercitare fare il proprio compito istituzionale ma oltremodo alimentano quel senso di abbandono proprio tra le fila dello stesso personale.
Non risolvere o meglio rimandare i problemi non è la giusta soluzione.  
Da mesi abbiamo denunciato la carenza di personale, l’inadeguatezza del si-stema di vigilanza e sorveglianza imposto come novità ma nei fatti totalmente defi-citario in termini di reale controllo della popolazione detenuta, l’insieme delle criti-cità che impediscono de facto ai nostri colleghi penitenziari di poter assolvere il loro compito istituzionale.
Sicuramente per quanto accaduto a Frosinone la Magistratura accerterà ogni eventuale responsabilità ma certamente le cose devono cambiare.  
Viviamo da troppo tempo in una situazione di stallo.  
È inutile elencare nuovamente gli innumerevoli episodi di violenza, prepo-tenza e aggressività a cui quotidianamente i nostri colleghi sono sottoposti.
Deve essere garantita la sicurezza negli istituti e devono essere garantire mo-dalità operative del personale che consentano il rispetto del principio del vigilare e controllare la popolazione detenuta.
        
    Il Segretario Generale
     (Massimo VESPIA)