Dott. Massimo PARISI
Direttore Generale del Personale DAP
R  O  M  A

Preg.mo dott.Parisi,
l’Amministrazione è intervenuta più volte nel tempo per segnalare ai Provveditori ed alle Direzioni degli Istituti penitenziari una evoluzione delle attività relative alla materia sanitaria che riguarda il Personale del Corpo di Polizia Penitenziaria.

Per lunghi anni abbiamo scontate le difficoltà che differenziavano la gestione delle pratiche sanitarie tra i nostri colleghi/e  ed il Personale di altre FF.PP. che evidentemente, disponendo sia di loro Addetti e di loro Medici presso le CMO, potevano celermente fornire risposte alle attese dei dipendenti.

Ma questo era solo un piccolo problema al cospetto della paralisi totale che da più parti d’Italia ci viene segnalata, visto che ormai le pratiche inviate alle CC.MM.OO. dalle Direzioni, sia per infortuni occorsi in servizio, sia per patologie che richiedano visite medico collegiali utili a dichiarare lo stato d’idoneità o meno al servizio, sia su istanza del Personale, giacciono anche da oltre un anno in attesa di un riscontro.

Questo stato di cose crea intanto nocumento nel diritto delle Persone che hanno subìto infortuni in servizio e per coloro i quali, sempre nell’espletamento del loro dovere, contraggono lavorando patologie delle quali non viene valutata la dipendenza dal servizio. A questo si aggiungono i ritardi utili alle richieste – legittime – di equo indennizzo economico qualora ne ricorrono i presupposti.

Ma tale situazione crea anche problemi all’organizzazione del lavoro dei reparti e dei Nuclei, perché Personale posto in convalescenza non viene convocato per la riammissione in servizio, ad altri non viene decretata l’idoneità allo svolgimento dei servizi operativi  e/o all’uso dell’arma (che magari è stata preventivamente ritirata), determinando danno nel danno.

Accade poi che a fronte di questa situazione di “sostanziale blocco” le Direzioni ed il Personale debbano affidarsi a pareri dei “medici incaricati” che operano in regimi di convenzione negli Istituti, i quali coinvolti nel dover esprimere pareri (talvolta contrastanti con precedenti pareri di CMO) valutano personalmente e singolarmente l’idoneità o meno dei dipendenti su tutto.

Questa situazione rischia di originare una grave stagione di contenziosi, anche legali, che costringeranno le Persone anche a sostenere costi ed a richiedere anche i danni per questo aspetto, determinando aggravi di spesa anche per Direzioni eventualmente più inadempienti di altre.

Serve pertanto che la S.V. svolga le opportune celeri verifiche perché la situazione appare, per quanto ci viene segnalato, fuori controllo e con una gestione disomogenea dei diritti e doveri del Personale nelle diverse realtà territoriali del Paese.

In attesa del vostro riscontro è utile l’occasione per rivolgerLe i  più cordiali saluti.

Il Segretario Generale
(Massimo VESPIA)