Roma, 13 settembre 2023 Pres. Giovanni RUSSO Capo del D.A.P. - R O M A
Preg.mo Pres. Russo, in questi giorni abbiamo dibattuto ed apprezzato con i Vertici del DAP e con il Sottosegretario del Ministero della Giustizia l’emanazione del “Prontuario Operativo” per la gestione di eventi critici, richiesto da anni dalle OO.SS. e riconosciutane l’esigenza di poterne disporre dalla stessa Amministrazione Penitenziaria a causa dei numerosi quotidiani episodi anche di violenza che subiscono i poliziotti. Gli ennesimi episodi sono accaduti alla fine di agosto scorso presso i due Istituti Penitenziari di Padova, con episodi gravi che hanno portato più operatori a ricorrere alle cure dei sanitari negli Ospedali civili della città e con relative prognosi per lesioni e traumi subiti. Non entriamo nel merito delle singole vicende perché per nostra abitudine lo facciamo raramente e preferiamo che siano le nostre Segreterie Territoriali e Regionali ad affrontare le questioni con i loro livelli d’interlocuzione istituzionale che l’Amministrazione ha nelle diverse realtà geografiche. Ma quello che accade oggi a due Nostri Rappresentanti di Padova è paradossale, perché rispetto ai fatti accaduti ed ai loro conseguenti Comunicati ( chiaramente Comunicati talvolta analoghi a quelli che su questi stessi fatti hanno diffuso anche altre OO.SS. ) solo i due esponenti della FNS CISL sono stati chiamati a rispondere nei prossimi giorni all’Autorità Giudiziaria di Padova per presunti reati evidentemente sollecitati da parte di Uffici dell’Amministrazione Penitenziaria. Affermiamo questo perché dagli Atti in nostro possesso, relativi all’Invito ai due rappresentanti della FNS CISL a presentarsi da parte della Procura quali Persone sottoposte ad indagini, si evince che alla stessa Autorità sono stati esposti fatti apparentemente non rispondenti a quanto effettivamente accaduto. Ci meraviglia non poco l’interpretazione che l’eventuale sequestro di persona in danno di un Ispettore della Polizia penitenziaria sia stato prospettato come un semplice fatto per cui “ un solo detenuto avrebbe impedito a un solo operatore di polizia penitenziaria di uscire dalla sezione e solo per pochi minuti”, omettendo il concreto rischio occorso durante quello che per la legge comunque si configura come sequestro di persona, realizzato per quanto ufficiosamente apprendiamo con la minaccia di attentarne la vita con arma da taglio messa alla gola del collega, ma soprattutto risolta dopo una non breve mediazione con il detenuto prima verbale e con un intervento operativo di più unità di Polizia penitenziaria fatte convergere sul Reparto dove avvenivano i fatti e con un esito finale di almeno 4 unità ricorse alle cure dell’ospedale civile di Padova. Tutte queste circostanze saranno chiaramente oggetto di una analisi nel merito delle stesse, da parte dei legali che la FNS CISL metterà a difesa dei propri Rappresentanti Sindacali e che assisteranno gli stessi nelle giuste attività che la Procura della Repubblica vuole svolgere. Resta il fatto che questi fatti, accaduti a Padova, ma con evidente eco ben oltre la realtà Veneta, lasciano basiti Colleghi e Colleghe che vedono anche l’unico presidio democratico concesso dalla legge al personale, quello di una azione sindacale che offra spazi a critiche gestionali e necessarie richieste di tutela degli operatori, attaccato con una denuncia che auspichiamo sarà chiarita nell’ambito della stessa indagine giudiziaria avviata, ma che fa bene intendere quale sia il livello di gestione che intendono talune dirigenze dell’Amministrazione Penitenziaria sul territorio. Chiediamo che la S.V. e le Autorità che leggono per conoscenza – ognuno per la propria competenza – possiate accertare quanto accade e fornire anche una valutazione di quanto accaduto, utile ad offrire una giusta informazione tra il Personale del Corpo che ci onoriamo di rappresentare. In attesa di un Vostro cortese quanto celere riscontro porgiamo cordiali saluti. Il Segretario Generale (Massimo VESPIA)